Un giorno, passando per la campagna grossetana, il Signore trovò un pastore col proprio gregge.
Incuriosito Gesù gli si fece vicino.
– Buongiorno amico, ho molta sete potresti darmi un po’ di latte delle tue pecore?
– Queste pecore purtroppo non ne danno nemmeno un goccio; chiedi a qualcun altro.
Dopo molto tempo, Gesù tornò di sera dallo stesso pastore assieme a San Pietro.
L’ora ormai era tarda ed entrambi erano senza riparo, allora – vedendo l’uomo che se ne stava accanto a una capanna – gli chiesero:
– Salve buonuomo, non abbiamo dove dormire stanotte, potresti ospitarci?
– Salve, putroppo la capanna non è mia e senza il permesso del padrone non posso farvi entrarne nessuno. Cercate altrove.
Dopo l’ennesimo diniego, il Signore e Pietro si arrangiarono alla meglio dormendo alla Locanda della Bella Fronda: patendo il ghiaccio, il vento e la rugiada.
Al mattino dopo, il discepolo e il Maestro si rimisero in cammino e, proprio per la strada, incontrarono il solito pastore che portava al villaggio un cesto pieno di ricotta e formaggi.
Avvicinatisi Gesù gli chiese:
– Cosa porti nel canestro?
Il pastore che non voleva rivelare il contenuto per non fare a mezzo con nessuno rispose:
– Qui non c’è nulla! È solo un cesto pieno di penne.
– Penne dici? – Ribattee Gesù. – E allora penne avrai!
In quel momento l’uomo dei campi si trasformò in un cuculo pieno di penne e volò via nel cielo.
Come in un contrappasso, il pastore venne ripagato dalla sua stessa moneta. Difatti il cuculo non ha casa, non ha provviste e nemmeno famiglia. È noto per non fare nemmeno il nido e di deporre le proprie uova nei nidi altrui.