giovedì, Novembre 21 2024

Come può un oggetto essere simbolo di fortuna o di sfortuna? Qualsiasi credenza  popolare non nasce mai da storie astratte e forbite ma dalla vita di tutti i giorni, e la spiegazione più semplice è quasi sempre la più veritiera. Un fatto, legato ad un determinato oggetto, si ripete simile per svariate volte nella quotidianità di molte persone, fino a diventare simbolo di un’esperienza positiva (o negativa) per l’intera collettività.

Le proprietà portafortuna del ferro di cavallo sono note in diverse parti del mondo:  in Cina per la somiglianza con il corpo curvo dl serpente sacro Nagendra; in Turchia per l’affinità con la mezza luna simbolo della nazione. Già gli antichi Romani inchiodavano alle pareti di casa ferri di cavallo come difesa dalla peste e nel medioevo era addirittura usato come mezzo di guarigione.

Sicuramente la tradizione nasce in un tempo in cui il cavallo era il mezzo di trasporto per eccellenza delle persone ricche e facoltose, mentre il popolo si spostava con l’aiuto solo delle proprie gambe. Il cavaliere o il nobile sfrecciava senza sporcarsi, compiendo lunghe distanze senza stancarsi, davanti al povero contadino, il quale lo ammirava dal basso, coperto di polvere e fango.
Quando il cavallo perdeva il ferro, il cavaliere era costretto a fermarsi, ed il povero accorreva servizievole, rimediando spesso qualche moneta in cambio dell’aiuto prestato.

Il passaggio logico da “soldi” a “portafortuna” è abbastanza immediato, e probabilmente non ci volle molto al “ferro” per acquisire tale fama. Dove vi è una tradizione non molto nobile, c’è sempre qualcuno che cerca di innalzarla agli onori dell’altare.

Esiste infatti una leggenda, riguardante San Dunstano (909 ca.-988), che da maniscalco divenne poi arcivescovo di Canterbury. Secondo la storia , il diavolo si sarebbe presentato al santo chiedendogli di ferrare il suo cavallo: Dunstano, riconosciutolo, conficcò invece i ferri negli zoccoli del maligno, provocandogli un dolore insopportabile, e lo costrinse a promettere di non entrare mai in nessuna casa dove fosse presente un ferro di cavallo, in cambio lo avrebbe liberato dalla pena.

Forse non sapremmo mai quale sia il vero motivo di questa tradizione popolare. Fa comunque piacere soffermarsi ogni tanto a pensare  quale rapporto nei secoli abbia legato a doppio filo il cavallo all’uomo; nel lavoro duro, negli spostamenti, in battaglia… fino ad un passato non molto lontano da noi.

Previous

All'ombra della Torre

Next

Il re dell'Elba

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Controlla anche