giovedì, Novembre 21 2024

Nel IV secolo, in tempi difficili di persecuzioni e di lotte, era Vescovo d’Arezzo San Donato, e nella vicina Valdichiana imperversava un drago orribile che ne terrorizzava e divorava gli abitanti. Ogni mese si presentava dentro alla città di Arezzo, devastando quel che trovava; solo il sacrificio di un bambino era utile a placarlo. Per la salvezza comune, tra le lacrime, le famiglie aretine dovevano  tirare a sorte un bimbo da consegnare al mostro. Nessuno sapeva porre rimedio alla tragedia, finché San Donato non decise di affrontarlo con l’aiuto di Dio.

Il giorno in cui il Drago si presentò per il tributo di sangue, Donato si vestì di tutti i più splendidi paramenti, salì a cavallo, e brandendo una lancia, andò incontro al grande serpente alato. Il sole, sfavillando sulle gemme della mitria e del pivale, accecò il dragone, che rimase inerme il tempo necessario a Donato per conficcargli la lancia nel cuore e farlo stramazzare ucciso al suolo.

Dodici paia di buoi furono necessari per trascinare la carcassa del mostro fino alla città, tra la popolazione festante e incredula, finalmente libera dal flagello.

San Donato è venerato come martire della chiesa cattolica in quanto decapitato, e raffigurato sempre senza la testa. Il capo del santo era custodito gelosamente ad Arezzo, fino a che nel 1384 il Capitano di ventura francese Enguerrand de Coucy espugnò e depredò la città, portando con sé la reliquia. Valicando l’Appennino, giunto a Forlì la vendette a Sinibaldo Ordelaffi, il Signore di quella città, che la tenne con grande venerazione fino a che essa non fu restituita agli aretini.

La prima cattedrale di Arezzo sorse sul vicino Colle del Pionta, dove San Donato fu sepolto. Nel 1203 Papa Innocenzo III ordinò di trasferire la cattedrale entro le mura cittadine sul sito in cui sorge ancora oggi. Il Duomo di Arezzo è intitolato a San Donato e al suo interno sull’altare principale vi è un’arca dove è conservato il suo corpo .

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