domenica, Novembre 24 2024

Vicino a Borgo San Lorenzo, precisamente a Sagginale, sono ancora visibili le rovine d’un antico ponte che attraversa la Sieve. Da qui passò anche il condottiero cartaginese Annibale più di duemila anni fa, quando durante la Seconda Guerra Punica, attraversando i Pirenei e le Alpi con 37 elefanti  scese in Italia, sconfiggendo le legioni romane.

La leggenda vuole che il ponte di Sagginale lo avesse voluto costruire Annibale per farci passare in sicurezza gli elefanti. Per farlo, dopo aver incendiato il paese, incatenò i suoi abitanti, e li costrinse a trasportare calce e pietre a suon di bastonate e frustate. I paesani, famosi per la loro straordinaria abilità nel sapersela cavare in ogni situazione, di soppiatto invece di impastare la ghiaia del fiume per la costruzione del ponte usarono del fango, indebolendo pericolosamente la struttura.

Ultimata l’opera, l’esercito cartaginese passò sul ponte senza problemi, ma quando fu la volta degli elefanti, le arcate crollarono, facendo affogare i pachidermi.

Così Annibale rimase con una parte del suo esercito sulla sponda opposta del torrente senza poterlo attraversare a causa della piena, e i sagginalesi ebbero tutto il tempo di scappare via lontano.

La realtà fu sicuramente ben diversa, ma come in ogni leggenda qualcosa di vero c’è.

Lo storico latino Polibio infatti attesta come dei 37 elefanti con cui il condottiero era partito e riuscito ad arrivare fino in Pianura Padana, soltanto uno ce la fece a scavalcare l’Appennino  sopravvivendo all’inverno, per poi morire l’anno successivo durante la discesa in Etruria: il famoso Surus il Siriano,che Plinio definisce  “il più valoroso di tutte le guerre puniche”.

Qui in Etruria infatti le condizioni del terreno, battuto da molti giorni di piogge intense, erano proibitive, facendolo assomigliare più ad un pantano. Scrive lo stesso Polibio:

 

“delle bestie da soma la maggior parte, cadendo in mezzo alla melma, moriva lì, recando agli uomini, nel cadere, un solo vantaggio: sedendosi su di esse e sui bagagli ammucchiati, essi restavano al di sopra del pelo d’acqua, e in tal modo dormivano per una piccola parte della notte”

 

Che l’elefante della leggenda, morto nel crollo del ponte di Sagginale dentro le acque della Sieve, fosse proprio il leggendario Surus?

Previous

La mano tagliata tra Prato e Pistoia

Next

L'olmo di San Zanobi

L'Autore

Paolo Torracchi

Oggi autista professionista in Autolinee Toscane, ieri in Cap Autoline anche come socio.

Segretario mobilità Fit-Cisl Prato

Autore, con Andrea Cambi, del libro "Legati da una Cintura" sulla storia della Sacra Cintola della Madonna con la Prefazione del Vescovo Emerito di Prato Gastone Simoni.

Il mio passato mi ha visto come grafico, fotografo e video maker, laureandomi nel 2010 con una tesi sul cinema stereoscopico (3D) dal titolo: “Dalla stereovisione al cinema 3D – vecchie e nuove forme di image entertainment”, relatore Arch. Giorgio Verdiani, correlatrici prof.ssa Cristina Andolcetti e prof.ssa Maddalena Ammannati, presso l’Università degli Studi di Firenze.
Nel 2009 ho frequentato il corso di montaggio cinematografico, docente Sirio Zabberoni, presso la Scuola di Cinema Anna Magnani di Prato.
Nel 2006 mi sono diplomato col massimo dei voti come “Tecnico grafico pubblicitario” presso l’Istituto Francesco Datini di Prato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Controlla anche