Nella città dell’orso si trova sulla facciata del Palazzo comunale una testa di marmo nero che sta murata alla sinistra del balcone centrale.
Sopra la testa vi è una mazza di ferro e accanto delle chiavi.
Si narra che sia la testa di Musetto II di Maiorca sconfitto dal pistoiese Grandone de’ Ghisilieri che all’epoca operava per i pisani come comandante generale alla conquista delle Baleari nel 1113.
Altri dicono che invece la testa appartenga a Filippo Tedici, il quale consegnò Pistoia nelle mani di Castruccio Castracani col tradimento.
Martino Panciatichi venne a sapere che il Tedici si trovava sulle montagne pistoiesi a sottomettere nuovi castelli e spinto da vecchie avversioni lo inseguì con un esercito per distruggerlo.
Gli schieramenti si affrontarono nella zona di Popiglio e il Panciatichi distrusse l’esercito del Tedici.
Ma il Tedici non era morto, si nascondeva tra i caduti dello scontro, ma fu trovato e portato davanti al Panciatichi.
Quest’ultimo decise di affrontarlo in un duello con la spada, nel quale ebbe la meglio decapitando, appunto, l’avversario.
Con la testa del traditore montò a cavallo e di corsa al galoppo entrò in Piazza del Duomo gridando:
– Pistoiesi eccovi la testa del traditore della patria!
Issata a una picca la testa fu scherno del popolo e fu appesa al Palazzo degli Anziani. In seguito per trarne memoria il Comune decise di scolpire diverse teste simili in pietra per collocarne in diversi punti della città a monito di cosa succede ai traditori.