Quando Pisa fu sottomessa da Roma la città era caduta in rovina. La gente viveva dispersa e sbandata, ma un giorno, sulla foce dell’Arno, giunse San Pietro che grazie a una tempesta, mentre si recava a Roma, arrivò sulle coste toscane.
Rifugiatosi dal fortunale, Pietro fu accolto dalle persone che trovò e alle quali predicò la fede in Cristo.
In breve tempo nacque una comunità cristiana e fu edificata una cappella con un altare dove il Santo celebrava l’eucarestia.
I pisani, grazie alla presenza di Pietro, presero sempre più coraggio e iniziarono a ricostruire la città dandole istituzioni cristiane, acclamando Pietro proprio Vescovo.
Ma Pietro non poteva fermarvi, perché doveva recarsi a Roma per fondare il centro della cristianità e fu così che lasciò a Pisa, come guida spirituale, San Torpè (nell’immagine).
La fondazione della città di Pisa grazie a Pietro è una leggenda ormai radicata nei secoli che basa, forse, la volontà di porre fondamenta cristiane all’intero insediamento. Il culto pietrino, infatti, è riscontrabile nelle numerose chiese della zona che venerano il santo. Nella particolare chiesa senza facciata di San Pietro a Grado è curioso trovare una loggetta cinquecentesca al cui interno è custodita una colonna di granito, posta a ricordare che nell’anno 43 o 44 d.C. da lì Pietro avrebbe cominciato la propria predicazione. La leggenda vuole che sia la colonna dove, appunto, il Santo legò la propria nave per rifugiarsi dalla tempesta.