La Riace toscana è San Casciano dei Bagni dove è andata in scena la riscoperta di oltre 20 statue bronzee di età etrusca/romana. Anche se c’è chi, come Vittorio Sgarbi, non reputa sullo stesso piano i ritrovamenti calabresi del 1972 a quelli più recenti toscani, possiamo affermare con piacevole interesse l’importanza della riscoperta senese che pone un nuovo punto sulla comprensione degli usi e costumi in età classica.
“Un ritrovamento eccezionale, che conferma una volta di più che l’Italia è un paese di tesori immensi e unici. La stratificazione di diverse civiltà è un unicum della cultura italiana”, dichiara il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Difatti quello toscano è il più grande deposito di statuaria bronzea classica del Mediterraneo e tra i più importanti nel mondo visto che si conosceva finora, di quell’epoca, prevalentemente statuaria in terracotta.
Grazie ai fondi del Ministero della Cultura, che hanno già permesso lo scavo archeologico, si acquisterà un palazzo cinquecentesco per l’apertura in loco di un nuovo museo dove ospitare le statue così da convogliare e incrementare il turismo internazionale con la visione futuribile di un vero parco archeologico.
Igea dea della salute e della pulizia, Apollo dio delle arti mediche sono solo alcune delle figure ritrovate e venerate da chi si recava nel comune toscano fin dai tempi degli etruschi, luogo termale, e quindi considerato santuario, grazie alla peculiarità delle sue acque; caratteristica che ha permesso, dopo la rispettosa sepoltura in antichità dei reperti ritrovati nel cosiddetto “Bagno grande”, l’eccezionale stato di conservazione fino a oggi.
Jacopo Tabolli, etruscologo dell’Università per Stranieri di Siena e direttore del progetto scientifico afferma: “…quanto riemerso dal fango a San Casciano dei Bagni è un’occasione unica di riscrivere la storia dell’arte antica e con essa la storia del passaggio tra Etruschi e Romani in Toscana”.