martedì, Dicembre 3 2024

Argo, la mitica nave, solcava i mari del Mediterraneo e le onde si infrangevano sul suo scafo. Giasone e i suoi compagni avevano già rubato il famoso “vello d’oro” (la pelle di un ariete alato capace di volare e che possedeva qualità curative) e, proprio quando cercavano di tornare in Grecia, lasciata l’Isola d’Elba mentre erano nel mare dei Liguri, si trovarono nel bel mezzo di un fortunale che li spingeva verso la costa toscana con grande impeto.

Trovatisi al perso cercarono riparo verso un golfo vicino. Ma la tempesta continuava imperterrita ad affligerli col proprio vento.

Argo, senza ormai più timone, puntava verso gli scogli e negli occhi di Giasone e degli argonauti si stagliava la fine di quell’avventura.

Si trovarono così tutti inermi davanti al pericolo di morte certa, tranne uno, tranne Telamone, vero eroe e guerriero fortissimo. Egli vedendo la nave diretta alla distruzione compì la sua ultima azione per bontà e altruismo.  Si precipitò col proprio corpo a far scudo allo scafo dell’imbarcazione dalla scogliera e, puntando i piedi sul fasciame, riuscì a far cambiare rotta nonostante la tempesta.

Per lo sforzo e le ferite l’impavido Telamone cadde nelle acque torbide e scure del Tirreno sotto gli occhi attoniti dei compagni d’arme.

Quest’ultimi arrivati sani e salvi alla riva, con Argo intatta, ripensarono all’amico che col suo grande sacrificio aveva donato loro un futuro glorioso da vivere.

Davanti a quell’uomo eroico anche il mare rimase impressionato e fu così benevolo da far tornare il corpo senza vita sulla spiaggia.

A quel punto i compagni ne diedero degnissima sepoltura portandolo sul promotorio dinnanzi al golfo, sul quale edificarono un tempio per omaggiare l’amico scomparso. Per grazia degli Dèi su ognuno degli argonauti scese una forza incredibile e, tutti insieme, attorno a quel tempio costruirono dal nulla un’intera città che chiamarono “Talamone” in onore del caduto, divenendo così leggenda.

In verità è risaputo che anticamente, nella località toscana, sorgeva un insediamento chiamato Telamon, forse proprio la credenza popolare, vedendo la similitudine col nome dell’eroe greco, ha fatto ideare questa bella storia epica, che però ancora non ha trovato riscontri nell’archeologia lasciando radici solamente nella fantasia, ma si sa, la fantasia nobilita l’uomo e la vita stessa delle persone.

Non ci resta che sognare!

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