martedì, Dicembre 3 2024

Quante vite, quante storie hanno animato Livorno.

Una città che deve tutto al suo porto, ed un porto che deve tutto alla sua città.

Enclave di scambi e culture da sempre, tant’è che sin dal 1421 quando Livorno passò sotto il dominio della Repubblica di Firenze il porto fu dotato di un’imponente torre, la Torre del Marzocco, una doverosa opera per dar lustro e importanza a questa città.

Sotto la spinta del granduca Ferdinando I de’ Medici, che decretò la realizzazione dell’attuale Darsena Vecchia; lo sviluppo portuale procedette di pari passo alla pianificazione urbanistica della città, il cui impianto originario fu ideato da Bernardo Buontalenti. L’assetto portuale rimase sostanzialmente immutato sino alla metà del XIX secolo, quando furono avviati i lavori di espansione verso nord; la crescita urbanistica della città, l’apertura della Ferrovia Leopolda tra Livorno e Firenze ed il sorgere delle prime attività industriali, favorirono il concretizzarsi di importanti progetti. Intorno al 1858 l’ingegnere francese Vittorio Poirel, che già aveva lavorato al porto di Algeri, realizzò la Diga Curvilinea, conosciuta come Molo Novo, nelle acque antistanti l’antico Porto Mediceo ed altri lavori furono portati a termine negli anni che precedettero la fine del Granducato di Toscana e l’annessione al Regno d’Italia.

Nonostante ciò, la crisi dovuta all’abolizione del porto franco e la realizzazione della linea Pisa – Roma, che escludeva di fatto Livorno dalla direttrice principale delle comunicazioni ferroviarie tra nord e sud, causarono una flessione dei traffici portuali. Ma ciò che rende ricca una città di mare, è appunto il mare, il mercato, gli scambi, il pesce. Ed è proprio qui che dobbiamo soffermarci, facendo un salto quantico di anni.

Livorno, oltre al suo passato di città portuale, oggi rinnova la sua immagine grazie ad artisti che con forte dedizione passione e comune sentire, riescono ad estrapolare la loro formazione ed applicarla a ciò che più rappresenta questa città. Un esempio tra i più recenti è l’idea che ha avuto la pittrice Libera Capezzone,in arte Libertà, la quale ha inaugurato un’opera di grandissime dimensioni proprio sul tetto del Mercato Itticoadiacente alla Fortezza Vecchia. Vista la location, il soggetto non poteva che essere un grande pesce, corredato da un testo essenziale della poetessa Viola Barbara.

Libertà, classe 82, è un’ artista esordiente, ha scoperto il suo talento per la pittura solo tre anni fa, ma in poco tempo ha prodotto almeno 50 opere lavorando su tela, polistirolo, carta e con varie tecniche miste. Tratto distintivo dei quadri della nuova collezione è che sono in gran parte dipinti su legno. Il recente utilizzo del legno che è andato a sostituire la carta e la tela è avvenuto durante la realizzazione dello spettacolo teatrale di Viola Barbara Squidy, un musical pittorico per il quale si è cimentata nelle scenografie. Pittrice quindi, ma anche disegnatrice e scenografa, Libertà è un’artista eclettica; il suo modo di disegnare e la stesa dei colori hanno in sé un qualcosa di magico, sembrano addirittura riuscire a far parlare i pesci, animali muti per antonomasia.

Dal passato al presente, Livorno racchiude un’enormità di sorprese, le sue evoluzioni  portano allo stupore; una città dal quadro storico affascinate ma anche un luogo dove i giovani artisti, oggi, hanno possibilità di esprimersi a 360°.

…Io ho lasciato il mio cuore

sul porto di Livorno.

Le luci si accendevano sul mare,

era un giorno strano, mi rifiutai di credere che erano lampare…

 

Piero Ciampi (cantautore livornese)

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